Un passo avanti e altro indietro, Galizia.
La tela dei tuoi sogni non si muove.
La speranza in tuoi occhi si risveglia.
Arano i buoi e piove.
Un soffio di navi molto lontane
ti schiaccia il sonno molle come un’uva,
ma ti involghi in lenzuole millenarie
e in sonni ascolti di nuovo la pioggia.
Riporterà qualche giorno la via
la gente spostata. Dio è lo stesso.
il solco va e viene, Gessù Maria!
e ogni cosa pagherà il suo reddito.
Spiovigginando i prati come sonno,
il Tempo va di Parga a Pastoriza.
Si soterra l’Autunno solco a solco.
Un passo avanti e altro indietro, Galizia!
(Ritengo che Xosé María Díaz Castro sia l’autore del migliore poema mai
scritto in galiziano, Penélope, del suo libro Nimbos (“Nembi”),
stampato a Vigo nell’anno 1961.
Non solo ho osato tradurlo all’italiano, ma ardisco di presentarti il
risultato (sono stato il primo a fare la versione italiana?). Ho
cercato di conservare la metrica (endecasillabi), ma la rima perfetta
dell’originale resta quasi rima (assonanza) nella mia versione.
Spero che l’autore –tradutore di mestiere- se fosse ancora in vita,
fosse indulgente con me.) Xoán
...da Parga a Pastoriza...
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